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L’umano vivere apre le porte del dolore,
il primo impulso è attaccare
per uscire dal dolore
per evitarlo
per non sedermi docile davanti a lui
per non entrarvi in contatto.
Di chi mi parla quel dolore?
Perchè non lo abito?
perchè non ho la forza di scendere
nelle viscere del dolore
per vederne le sue radici?
Fatti e circostanze
aprono le porte
a Lui grande ignorato
e sotto le apparenti spoglie
di una vita riuscita
lui, a volte pacato
a volte acceso come un fuoco
che abita da sempre la mia casa,
è lì,
mi riporta
alle ferite profonde
che l’esistere porta.
In questo conflitto
la mia mente soffre
e nel mio corpo
si presentano tensioni
rigidità
resistenze,
un leggero sgomento,
il battito del mio cuore si fa più veloce,
ma questa volta non attacco,
non scappo,
non mi annullo,
mi siedo
e familiarizzo con lui,
immobile nel pieno rispetto,
per accedere alla sua natura
per assaporarla
per quando amara sia
per incontrare chi sono.
Allora la Libertà
si avvicina
mi guarda con gentilezza
certà che mi abiterà
presto.
Tutto tace
ed in questo silenzio
questo essere polimorfo
trova quiete e si lascia guardare
un po’ schivo,
conoscendo bene il suo ruolo
in questo incessante cammino:
la Vita.

Una poesia nata durante la pratica della Mindfulness che esprime emozioni e sentimenti sorti nell’esercizio della consapevolezza.

Giuseppe Reale 

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